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La Polizia Stradale di Alessandria scopre un’azienda di autotrasporto con sede in provincia di Bergamo che non ha pagato pedaggi sulle autostrade A21 e A4 per oltre centomila euro.

Secondo gli inquirenti e le rilevazioni delle società autostradali, l’autotrasportatore lombardo (di cui gli inquirenti non rivelano il nome) non avrebbe pagato ben 4464 transiti svolti dai suoi veicoli sulle autostrade A4 e A21, per un importo totale di 101.856 euro. Le irregolarità sono emerse all’inizio di quest’anno da un controllo svolto dalla società autostradale Satap sulla Torino-Piacenza e Torino-Milano. L’inchiesta della Polstrada rivela che il metodo usato dall’autotrasportatore bergamasco era noto, perché già applicato in altri casi.

Il camion usciva dall’autostrada usando le piste automatiche del Telepass o Fast-pay (ossia quelle per le carte di credito) senza pagare. Quindi, chiedeva l’assistenza al citofono per ottenere lo scontrino per pagare il pedaggio entro i quindici giorni successivi, senza poi farlo. Un altro metodo, più rischioso, era quello di mettersi in coda a un altro veicolo per attraversare il sacello prima che le sbarre si chiudessero.

Alla chiusura dell’indagine, i titolari dell’azienda di autotrasporto sono stati anche segnalati per evasione fiscale, per non avere pagato la componente fiscale del pedaggio, pari quasi alla metà dell’importo. Proprio per questo reato, la Polstrada ha eseguito il sequestro preventivo di 44 veicoli industriali dell’azienda. Undici sono già stati fermati, mentre gli altri si stanno cercando sulle strade italiane.

fonte trasportoeuropa.it 

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Sembra assurdo, dopo rinvii su rinvii, a tutt’oggi sul sito dell’albo leggiamo “Stiamo lavorando per risolvere i problemi tecnici insorti nell’interfaccia tra i sistemi informativi”.

Perché questi ritardi? forse dietro c’è qualcuno che spinge per non far entrare in funzione questo controllo? perché….? perché…?

Proviamo ad analizzarne i motivi.

  • Una cosa è certa così facendo circa 40.000 imprese presenti oggi all’albo verrebbero cancellate e forse dall’alto qualcuno preme molto per non farlo fare.
  • I dati aggregati delle CCIAA, INPS e INAIL non si interfacciano, allora perché tutto sembrava funzionare più o meno bene durante la fase di verifica da parte delle aziende di autotrasporto. (i dati che ci venivano comunicati durante la fase di test erano casuali?)
  • Forse che forse qualcuno non vuole che ipotetiche “agenzie” iscritte all’albo senza mezzi vengano cancellate.
  • Oppure è l’impianto del sistema così come è stato progettato a non funzionare.

Chiamando il numero verde una voce molto gentile risponde dicendo stiamo lavorando, martedì è disponibile, poi questo martedì diventa venerdì, poi torna a martedì… così via.

Credo che sia stato più semplice per gli uomini primitivi scoprire la ruota piuttosto che oggi nell’era del digitale, dell’informatica, dei satelliti che ti fanno l’analisi delle urine mentre la fai sulle gomme del camion.

Assurdo, veramente assurdo, ogni volta che si viene fatta una norma in Italia a difesa delle aziende di autotrasporto che vogliono viaggiare nella legalità, subito qualcuno si muove per non farla funzionare, vogliamo ricordarne qualcuna?

  1. tariffe a forcella … abolite
  2. costi minimi … praticamente eliminati
  3. corresponsabilità dei committenti … diciamo inesistente
  4. controllo regolarità imprese iscritte per vedere a chi è l’azienda a cui viene affidato  il trasporto … ??? (sì non abbiamo risposta)

Speriamo bene!!!

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Discariche totalmente abusive, prodotti pericolosi, tra cui salme provenienti dai cimiteri, interrati senza alcun rispetto della normativa vigente, camion carichi di rifiuti intestati ad una ditta calabrese smaltiti in maniera illecita in Veneto: è quanto ha scoperto la Polizia stradale di Verona con un’indagine che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 19 persone, tutti imprenditori residenti nelle province di Milano e Verona, al sequestro di diverse aziende e di circa 35mila tonnellate di rifiuti.

L’indagine è partita un paio di mesi fa quando gli uomini della Stradale hanno iniziato una serie di controlli sui mezzi pesanti adibiti al trasporto di rifiuti speciali, analizzando i flussi e la documentazione riguardante la movimentazione dei rifiuti in provincia di Verona. Le verifiche hanno consentito di scoprire un giro d’affari che andava ben oltre la provincia, coinvolgendo diversi imprenditori. La Stradale ha inoltre individuato decine di aree utilizzate come discariche abusive, dove veniva sversato ogni tipo di rifiuto, comprese centinaia di metri cubi di materiali pericolosi contenenti amianto.

Al termine di questa prima fase dell’indagine sono state denunciate 19 persone e sequestrate (parzialmente o totalmente) otto aziende, due capannoni adibiti a deposito illecito di rifiuti pericolosi, quattro depositi non autorizzati, 35mila tonnellate e cinque autocarri. Sono inoltre state disposte sanzioni amministrative per circa 300mila euro. A far scattare i sospetti sono stati i controlli su una ditta di autotrasporti con sede in provincia di Crotone ma operante in Veneto. La Polizia Stradale ha seguito uno dei camion carico di rifiuti e ha scoperto che i prodotti venivano sversati in maniera totalmente abusiva in provincia di Verona. Ma non solo: nell’ambito di ulteriori controlli, i poliziotti sono riusciti a individuare un’area di circa 4mila metri quadrati nel comune di Ronco all’Adige in cui anche i rifiuti provenienti dalle attività di esumazione delle salme nei cimiteri venivano gestiti in modo illecito.

«Gli indagati sono tutti residenti nelle province di Verona e Milano – dice il direttore della Polizia stradale di Verona Girolamo Lacquaniti – e ciò dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’illecito guadagno dato dalla gestione illecita dei rifiuti non fa gola solo alla criminalità organizzata del sud ma anche ad imprenditori che agiscono senza alcuna remora per i gravissimi danni ambientali ed i conseguenti rischi per la salute della popolazione». Le indagini, prosegue Lacquaniti, non sono ancora concluse: «Andremo avanti con le verifiche e i controlli anche in altre zone della provincia di Verona visto che gli elementi finora raccolti ci fanno presumere una diffusione particolarmente ampia di questo fenomeno criminale». Gli accertamenti sulla pericolosità dei rifiuti sono stati svolti in collaborazione con personale dell’Arpav di Verona, che sta verificando i danni da inquinamento soprattutto relativamente all’illecito smaltimento di materiali contaminati da amianto e sostanze pericolose.

«Al momento non abbiamo un riscontro oggettivo di un legame con la criminalità organizzata di tipo mafioso, in questo caso come la `ndrangheta». Lo ha detto il comandante della Polizia stradale di Verona, Girolamo Lacquaniti, che ha illustrato l’operazione che ha portato al sequestro di 8 aziende e alla denuncia di 19 persone, accusate a vario titolo di trasporto e smaltimento illecito di rifiuti. Nell’indagine, infatti, è coinvolta una ditta di autotrasporti di inerti e rifiuti di vario genere con sede legale a Melissa (Crotone), ma operante in provincia di Verona, sanzionata con 250mila euro; i titolari calabresi della stessa azienda risultano coinvolti in un’altra indagine della Squadra mobile scaligera per lo smaltimento di rifiuti pericolosi a Ronco all’Adige (Verona) avviata a ottobre del 2014 e che aveva portato all’inquinamento della falda e al sequestro, lo scorso luglio, di un’oasi naturalistica lo scorso. «Il rischio mafioso – ha spiegato Lacquaniti – è un rischio con le quali tutte le aree geografiche devono tener conto, in questo momento non possiamo escludere nulla, la polizia vigila affinché il territorio ed i suoi residenti siamo tutelati, ma credo che sia impossibile escludere il rischio di infiltrazioni per qualsiasi provincia italiana». Proprio a Ronco all’Adige, in questa indagine la Polstrada ha sequestrato un’area di 4 mila mq nella quale erano depositati mille mc di rifiuti pericolosi, ma anche resti umani, derivanti dalle operazioni di esumazione ed estumulazione delle salme in cimiteri che non sono ancora stati individuati. Questa azienda non aveva nessuna autorizzazione.

Gli altri sequestri hanno interessato aree e depositi nei comuni di Arcole, Castelnuovo del Garda, Sommacampagna, Villafranca di Verona, Povegliano Veronese, Sona e Vigasio; in quest’ultimo sito erano depositate decine di bancali di Eternit in pessimo stato di conservazione. Tra i rifiuti scoperti dai poliziotti c’erano scarti di metalli e altri materiali pericolosi per l’ambiente. «La nostra attività d’indagine – ha sottolineato Laquaniti – si è sviluppata con l’Arpav di Verona che è l’ agenzia deputata a stabilire quali sono gli indici di inquinamento e quali sono i rischi che eventualmente corre la popolazione». «Non credo – ha concluso – che sia corretto generare allarmismo prima che arrivino i dati dell’Arpav, certo questi comportamenti sono in spregio al rispetto dell’ambiente».

fonte corriereveneto

 

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Pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 257 del 4 novembre 2015, il Decreto Ministeriale del 29 settembre 2015 n. 322 e il Decreto Dirigenziale attuativo del 21 ottobre 2015 n. 175, relativi aicontributi a favore delle imprese di autotrasporto.

Tali contributi hanno lo scopo di agevolare le imprese di autotrasporto di merci per conto terzi attive sul territorio italiano, nel rinnovo ed adeguamento tecnologico del parco veicolare, nell’acquisizione di beni strumentali per il trasporto intermodale, nonché nel favorire iniziative di collaborazione e di aggregazione fra le imprese del settore.

Investimenti ammissibili

Le risorse complessivamente disponibili pari a 15.000.000,00 di euro, sono ripartite come segue:

  1. € 6.500.000,00 per acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di autoveicoli nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto di merci di massa complessiva a pieno carico da 3,5 a 7 tonnellate, nonché pari o superiori a 16 tonnellate, a trazione alternativa a metano CGN e gas naturale liquefatto LNG;
  2. € 6.500.000,00 per acquisizionie, anche mediante locazione finanziaria, di semirimorchi nuovi di fabbrica, per il trasporto combinato ferroviario rispondenti alla normativa UIC 596-5 e per il trasporto combinato marittimo dotati di ganci nave rispondenti alla normativa IMO, dotati di dispositivi innovativi volti a conseguire maggiori standard di sicurezza e di efficienza energetica;
  3. € 2.000.000,00 per acquisizione, da parte di piccole e medie imprese, anche mediante locazione finanziaria, di container e casse mobili.

L’importo massimo ammissibile degli investimenti per singola impresa è di € 400.000,00.

Soggetti beneficiari

Destinatari dei contributi sono le imprese di autotrasporto di cose per conto terzi, nonché le strutture societarie risultanti dall’aggregazione di dette imprese.

Contributi

Relativamente al punto 1. degli investimenti ammissibili, sono finanziabili le acquisizioni, anche mediante locazione finanziaria di:

  • automezzi industriali pesanti a trazione alternativa a metano CGN e gas naturale liquefatto LNG, di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 tonnellate e fino a 7 tonnellate. Il contributo è determinato in € 4.000,00 per ogni veicolo;
  • automezzi industriali pesanti a trazione alternativa a metano CGN e gas naturale liquefatto LNG, di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 16 tonnellate. Il contributo è determinato in € 9.000,00 per ogni veicolo a trazione alternativa a metano CGN ed in € 13.000,00 per ogni veicolo a trazione alternativa a gas naturale liquefatto LNG.

Per quanto riguarda il punto 2. degli investimenti ammissibili, sono finanziabili:

  • le acquisizioni effettuate da piccole e medie imprese, anche mediante locazione finanziaria, di semirimorchi, nuovi di fabbrica, per il trasporto combinato ferroviario, rispondenti alla normativa UIC 596-5 e per il trasporto combinato marittimo dotati di ganci nave rispondenti alla normativa IMO, dotati di almeno un dispositivo innovativo di cui all’allegato 1 del Decreto Ministeriale del 29 settembre 2015 n. 322. Il contributo è determinato nel limite del 10% del costo di acquisizione in caso di medie imprese e del 20% di tale costo per le piccole imprese, con un massimo di € 6.000,00 per semirimorchio;
  • le acquisizioni effettuate da imprese che non rientrano tra le piccole e medie imprese, nel limite del 40% del costo di un dispositivo innovativo di cui all’allegato 1 del Decreto Ministeriale del 29 settembre 2015 n. 322, di cui deve essere dotato il semirimorchio.

In relazione al punto 3. degli investimenti ammissibili, sono finanziabili le acquisizioni effettuate da piccole e medie imprese, di container e casse mobili. Il contributo è determinato nel limite del 10% del costo di acquisizione in caso di medie imprese e del 20% di tale costo per le piccole imprese, con un massimo di € 2.000,00.

Domande

La domanda per i contributi per le imprese di autotrasporto deve essere presentata, esclusivamente ad avvenuto perfezionamento dell’investimento, entro il termine perentorio del 31 marzo 2016.

Download “Circolare-Investimenti-2015.pdf”

Circolare-Investimenti-2015.pdf – Scaricato 228 volte – 432,58 KB

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Si moltiplicano gli escamotage per eludere la normativa sull’alternanza di ore di guida e di riposo che i conducenti di mezzi pesanti devono rispettare ai fini della sicurezza stradale. Non un cronotachigrafo alterato, ma addirittura due dispositivi che il camionista usava alternativamente per eludere i controlli: è questa, in ordine di tempo, l’ultima trovata smascherata dalla Polizia municipale di Modena.

Uno dei cronotachigrafi era correttamente installato, mentre il secondo era nascosto sotto al letto del camion di proprietà di una ditta anch’essa leccese. Il doppio dispositivo permetteva di far figurare il conducente in riposo nonostante il veicolo fosse in marcia, perché una volta esaurite le ore di guida consentite dal Codice Stradale, il camionista, anziché fermarsi, inseriva il disco nell’altro apparecchio registrando quindi ore di sosta in realtà non effettuate. Il trucco è costato al camionista, un 35 enne di Lecce, una sanzione di circa mille euro e la sospensione della patente per un mese.

L’alterazione del cronotachigrafo e il mancato rispetto dei tempi di riposo sono, insieme all’inefficienza dei mezzi, tra le infrazioni più contestate dagli agenti della Polizia municipale anche durante i controlli effettuati in modo congiunto con il personale del Centro mobile di revisione della Motorizzazione civile. Nell’ultima giornata di controlli sono stati 25 i mezzi pesanti fermati e una quarantina le infrazioni contestate.

La campagna congiunta rivolta ai mezzi pesanti, in particolare a quelli con targa straniera, prosegue anche questa mattina, martedì 24 novembre, in via Dannunzio, zona Modena ovest. Gli accertamenti mirano a verificare l’efficienza dei veicoli e la corretta revisione, il rispetto dei tempi di guida e riposo, eventuali alterazioni del cronotachigrafo, fenomeni di trasporto abusivo. I mezzi fermati dalla Municipale vengono immediatamente sottoposti alla revisione straordinaria condotta attraverso la strumentazione del Centro Mobile che contiene i materiali necessari all’ispezione tecnica dei veicoli, compresa la pesa e il programma di analisi dei cronotachigrafi, mentre gli agenti provvedono a controllare i documenti e a contestare le violazioni. La campagna congiunta di Polizia municipale e Ministero per le Infrastrutture è patrocinata dall’Albo Nazionale degli Autotrasportatori che sostiene la sinergia tra Ministero dei Trasporti e Polizia locale al fine di contrastare l’abusivismo del trasporto merci, del rispetto dei tempi di riposo degli autisti e dei dispositivi obbligatori di equipaggiamento al fine di tutelare la sicurezza stradale.

fonte modenatoday

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Le frontiere dello spazio Schengen vanno per un po’ in stand by. A seguito degli attacchi terroristici dello scorso 13 novembre, infatti, inizialmente la Francia, ma poi una lunga serie di paesi (Germania, Olanda, Belgio, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia e Svezia) ha deciso di ristabilire i controlli alle frontiere. Ragion per cui iconducenti attivi su tratte internazionali è sempre bene che tengano a portata di mano la carta di identità o il passaporto.

Come si noterà da questo elenco manca l’Italia, dove non sono state prese misure emergenziali particolari. Da Conftrasporto, per bocca di Paolo Uggè, è soltanto giunta la proposta di sopprimere temporaneamente il “diritto di libero cabotaggio attraverso l’applicazione immediata del sistema di prenotazione entrato in vigore in Austria”.

“Se anche ai vettori provenienti da Paesi extra Ue fosse applicato il sistema di prenotazione – scrive Uggè sul sito dell’associazione – in sette giorni si potrebbe sapere tutto del conducente e della ditta che lo utilizza. Insieme ad una più mirata politica dei controlli non riteniamo certo di poter eliminare tutti i rischi ma di ottenere qualche risultato”.

fonte Uominietrasporti

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Il nostro ufficio legale nella persona dell’Avv. Maria Giovanna Rizzi, ha concluso con sentenza favorevole contro Autostrade per l’Italia per non aver provveduto a vigilare, controllare e dare la giusta manutenzione sull’Autostrada A14.

Il fatto

Un mezzo percorreva l’autostrada  A14 direzione Sud nel territorio di Rocca San Giovanni a causa della presenza di ghiaccio sul fondo della carreggiata, perdeva il controllo e urtava causando dei danni al mezzo.

La società Autostrade è stata giudicata responsabile per non aver adottato tutte le misure di prevenzione per evitare la formazione e lo scioglimento del ghiaccio, utilizzando unicamente mezzi per lo spargimento del sale che da solo non risolve il problema senza l’ausilio di liquidi appositi.

Il giudice ha condannato la società Autostrade al pagamento del danno subito dalla controparte pari a 4.511,88, adducendo che la Società non poteva ritenere imprevedibile la presenza del ghiaccio, vista la situazione metereologica di quei giorni.

Download “Sentenza-contro-autostrade.pdf”

Sentenza-contro-autostrade.pdf – Scaricato 1 volta – 554,98 KB

 

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La capacità finanziaria delle imprese di autotrasporto è in scadenza per molte aziende, la nostra struttura è in grado di trovare una soluzione sia per la responsabilità professionale per le aziende che hanno meno di 2 anni di vita sia la fidejussione assicurativa per le aziende che hanno necessità di rinnovarla senza l’ausilio di revisore contabile.

Per qualunque informazione non esitate a contattarci attraverso il modulo contatti e provvederemo a comunicarvi i costi e i tempi