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Costi di riferimento – è già di nuovo guerra

Dopo la guerra che i committenti hanno fatto verso i costi minimi di esercizio, ora Federdistribuzione e Ancd hanno messo le mani avanti presentando ricorso al TAR del Lazio sulle tabelle ministeriali pubblicate mensilmente

sui costi di riferimento, un film già visto.
La stranezza di questo comportamento sta nell’intricata norma (dapprima costi minimi di esercizio) sui costi di riferimento basati esclusivamente sul costo del gasolio, tra l’altro non resa obbligatoria, quindi non facilmente applicabile.

Avevamo le tariffe a forcella e le abbiamo smantellate, avevamo i costi minimi e ce li hanno smantellati, abbiamo i costi di riferimento e ce li vogliono cancellare… insomma dobbiamo viaggiare gratis?

O meglio dobbiamo inventarci cooperative o aziende fantasma per recuperare quello che la committenza ci ruba più o meno legalmente.

Abbiamo una norma che obbliga il pagamento entro 60 giorni, ma solo il 5% della aziende di trasporto incassa entro tale termine, ma ad oggi non mi risulta che qualche committente sia stato sanzionato in merito.

Abbiamo i tempi di carico e scarico, e non riusciamo a farli applicare perchè altrimenti il nostro fornitore ci toglie il lavoro se solo chiediamo 40€ per ogni ora o frazione di ora superiore alle 2 di franchigia.

In altri paesi europei intervengono le forze dell’ordine per casi simili, in Italia no, non c’è organico, quindi non si possono fare controlli.

Proviamo ad attendere tempi migliori, intanto molte aziende chiudono.

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