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Noi continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto

NOI EROI?
NO! STIAMO FACENDO QUELLO CHE ABBIAMO SEMPRE FATTO CON ORGOGLIO, SENSO CIVICO E MAGGIORE CORAGGIO: IL NOSTRO DOVERE.
Oggi facciamo, nonostante tutto, viaggi con le ali del cuore, ma in condizioni disastrose e prive delle minime attrezzature di sicurezza.
Le attuali evidenti difficoltà operative non sono nulla al confronto di un non auspicabile Tsunami finanziario che, seppur non voluto, si sta per abbattere sul settore che trasporta vita e speranze di sopravvivenza.
Non ci possiamo permettere di arrivare ad un arresto dei camion perché andrebbe in default tutta la “prima linea” degli operatori già in difficoltà ai quali va il nostro abbraccio e la solidarietà (medici, assistenti, vigili del Fuoco, alpini, esercito,infermieri, forze dell’ordine e volontari, farmacisti, impiegati delle poste che sono quotidianamente a contatto con l’utenza,commessi dei centri commerciali a tanti altri).
Per poter assicurare i nostri servizi avremmo bisogno di maggiori attrezzature per la sicurezza in cabina, mascherine praticamente introvabili, possibilità di fermarsi per un pasto caldo e per utilizzare i servizi essenziali nelle aree di sosta, maggiore sensibilità ai luoghi di scarico dove non ci è permesso neppure di utilizzare bagni e snack-mensa pur con tutte le cautele possibili, diminuire, con maggiore attenzione ed organizzazione, i tempi di attesa per il carico e lo scarico e soprattutto, problema antico, la certezza dei pagamenti non con cadenza annuale ma secondo i disposti mai applicati Anche in altri paesi della Comunità.
E’ impensabile ed inumano pensare che nostri autisti possano fare la quarantena in cabina, perché credo sia nel diritto di ognuno, di poter fare ritorno a casa dai familiari.
Non si tratta di fare classifiche e liste degli “eroi” perché tutti lo sono, ognuno a modo loro, ma bisogna capire e far capire, non l’accessorietà ma la vitalità dell’autotrasporto.
Senza l’autotrasporto non si muove nulla e nulla si può fare. Per quanto riguarda noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto come missione e certamente non ci tireremo indietro dinanzi a nulla, ma chiediamo il “minimo sindacale” di quello che è necessario per svolgere il servizio nel migliore modo possibile.
Carissimi connazionali, ricordatevi di noi, quando sarà tutto finito e zone rosse, mascherine e guanti in lattice saranno solo un brutto ricordo;
Ricordatevi di noi, quando vi fermerete a fare rifornimento perchè il carburante non viene raccolto, per caduta dal cielo, ma viene portato e potrete tranquillamente scendere a prendere un caffè al bar;
Ricordatevi di noi, quando il sabato andrete con la famiglia nei centri commerciali per fare la spesa e dove potrete trovare tutto.
Ricordatevi di noi, quando la sera vi ritroverete con gli amici al bar per fare l’aperitivo o al ristorante;
Ricordatevi di noi anche quest’estate, quando forse (si spera) andrete in vacanza e magari uno di noi, in sorpasso, rallenta la vostra marcia veloce;
Ricordatevi che mentre eravate, purtroppo, a casa per tante settimane, noi eravamo sulle strade per assicurare quello che avete trovato da mangiare;
Ricordatevi di noi guardando quel camion al quale vi rivolgete, a volte, con attribuzioni pesanti, mentre siete dietro e magari infuriati.
Ricordatevi di noi, che non siamo né eroi né mercenari, siamo come i medici, gli infermieri, gli organi di polizia, vigili del fuoco e protezione civile: gente normale pronta a tutto quando c’è bisogno.
Ricordateci, quando potete, nelle vostre preghiere perche non possiamo permetterci di fermare i camion. Fermarci significa, anche se non volenti, che non si avrà più nulla da fare e da mangiare.
Seneca diceva: “un popolo affamato non ascolta ragioni, né gli importa della giustizia e nessuna preghiera lo può convincere”. Evitiamo di arrivare a questo anche se cominciano ad arrivare dei segnali poco rassicuranti.
Non ci considerate “eroi” o “bestie”, ma persone normali che una volta a terra resteremo sempre camionisti pieni di umanità con un cuore grande.
Un grazie va ai mezzi di informazione (personalmente ringrazio gli amici Peppe Ercoli de “Il Resto del Carlino” e Remo Croci del gruppo reti Mediaset) che ci permettono di condividere, con le notizie, dolori e speriamo, a breve, anche tante gioie.

Adesso dobbiamo far conoscere il nostro vero mondo, i nostri problemi a chi non sa. Gli altri ( gli addetti ai lavori,) conoscono bene i problemi. Ecco perché penso sia utile condividere quello che ogni domenica umilmente scrivo. Facciamo diventare virali i nostri messaggi. Avremo tempo, quando tutto questo sarà finito e saremo in vita, di organizzarci per far sentire i sordi e far vedere i ciechi.
Buona strada

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