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Sicurezza ambientale: aumentano le norme per il trasporto delle merci pericolose

La sicurezza è sempre un fattore fondamentale da tenere in considerazione durante il trasporto delle merci, soprattutto quando tali merci si rivelano pericolose sia per l’ambiente che per l’essere umano e devono dunque rispettare tutte le normative vigenti nel settore della sicurezza dei trasporti stradali. Vediamo dunque tutto ciò che c’è da sapere sul trasporto delle merci pericolose.

Le varie tipologie di trasporto di merci pericolose – Le norme da rispettare sono davvero tante, considerando che lo stesso trasporto di merci pericolose viene distinto in diverse sotto-categorie, a seconda del mezzo di trasporto utilizzato e del percorso sul quale si muoverà, come ad esempio le ferrovie, la strada, gli aerei o il mare. Nello specifico, chi si trova ad avere a che fare con questo tipo di trasporti, oltre a dover essere un professionista specializzato nel settore, dovrà anche conoscere tutte le leggi in materia e sapere, ad esempio, che il quantitativo di merci per ogni contenitore dev’essere tassativamente rispettato e che su ognuno di essi dev’essere apposta un’etichetta insieme a tutti i documenti e gli adesivi relativi per il riconoscimento e l’autorizzazione al viaggio delle suddette merci pericolose.

Le normative e l’Accordo Europeo per il Trasporto Internazionale – Trattandosi di un settore particolarmente delicato e complesso, ci ha pensato l’Unione Europea (in collaborazione con l’ONU) a fare chiarezza, stabilendo una serie di norme che tutti i paesi europei devono rispettare durante le operazioni di trasporto di merci pericolose. Tale normativa, nota come ADR (Accordo Europeo per il Trasporto Internazionale di Merci Pericolose), è stata necessaria considerando che il 70% dei trasporti pericolosi avviene su strada, coinvolgendo dunque sia l’ambiente sia gli altri automobilisti: nello specifico, l’ADR si pone come una summa di tutte le norme relative sia al trasporto che all’imballaggio.
Da questo punto di vista, un ruolo importantissimo viene proprio ricoperto dagli imballaggi, che devono essere a norma e progettati per azzerare i rischi che potrebbe avere il trasporto di merci pericolose. Per questo oggi sul mercato e sugli e-commerce specializzati come Ratioform, si trovano facilmente scatole in legno per il trasporto di merci pericolose, conformi alle norme e soggette alle specifiche normative, mettendo al riparo le merci da qualsiasi tipo di urto, anche dai più violenti.

I rischi per la sicurezza ambientale – L’ADR ha un preciso scopo: regolamentare un settore che, in caso di incidente, rischierebbe di coinvolgere anche una serie di attori inconsapevoli e che nulla hanno a che vedere con l’operazione del trasporto di merci pericolose. I rifiuti pericolosi, essendo particolarmente instabili, possono infatti arrecare un danno enorme all’ambiente e alle altre persone in caso di urto o di inadeguatezza del contenitore che dovrebbe assicurarne l’isolamento. Senza poi considerare l’importanza della sicurezza di chi lavora a stretto contatto con queste merci, come ad esempio il trasportatore, lo scaricatore e colui che dovrà occuparsi dello stoccaggio. Da ciò si evince quanto, in questo campo, la formazione professionale sia fondamentale per non incorrere in alcun tipo di errore che, anche nei casi più lievi, potrebbe avere delle conseguenze gravissime per l’ambiente e per chi lo abita.

(fonte il sito di Firenze)

L’ADR è una  cosa seria, e purtroppo devo dire che i soliti “furbetti italiani” hanno ben pensato di scavalcare la formazione professionale fatta come prevedono le norme, espatriando per riuscire a superare l’esame per ottenere il CFP-ADR (Certificato di Formazione Professionale), ed evitare “inutili” ore di formazione in Italia.

A mio modesto parere gli organi preposti al controllo dovrebbero accertare il motivo per il quale un autista di Pescara, va a prendere il “patentino ADR” in Slovenia, il tutto in un fine settimana, quando invece in Italia, Francia, Germania, Svizzera, …ecc, le ore di corso sono quelle stabilite da dall’Accordo internazionale ADR.

Poi sarebbe sufficiente verificare quanti autisti parlano lo sloveno!!!!

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