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Dumping sociale – I sindacati tedeschi a sostegno del salario minimo – situazione esplosiva

Dopo la decisione della Corte Europea di intervenire sulla decisione della Germania di veder applicato il salario minimo agli autisti stranieri in circolazione nel territorio tedesco, ma solo per il carico e scarico, non per il transito, ha suscitato malumori notevoli.

Partiamo da un punto comune, l’Europa Unita, e qui chi più chi meno siamo in sintonia; il problema nasce nel diverso trattamento tra gli stati membri del salario per i dipendenti.

L’Europa unita non è da considerarsi come gli Stati Uniti d’America dove la differenza che ci può essere tra uno stato e l’altro è minima in tema di costo del lavoro al massimo potranno essere 100$ al mese a parità di lavoro, qui in Europa Occidentale parliamo di migliaia di Euro rispetto all’Europa dell’Est, quindi c’è necessità di equiparare questo costo per chi circola in Europa.

Le soluzioni sono tre, la prima è di portare tutti i salari al ribasso, fino a raggiungere la soglia dei paesi entrati da poco, ma chiaramente impercorribile; la seconda quella di equiparare il costo del lavoro dei paesi dell’unione che hanno costi mensili che non superano i 1000 Euro mensili rispetto ai 3.500-4000 Euro degli altri paesi dell’Unione (Europa Occidentale) ugualmente impercorribile; la terza ipotesi è quella di garantire un salario minimo a tutti gli autisti di aziende di trasporto che circolano in Europa.

Se così non fosse non avrebbe senso gli albi autotrasportatori nazionali, le norme sul cabotaggio,… etc.

Quindi da parte di parecchi  sindacati italiani (auspico) il pieno appoggio alla norma applicata dalla Germania.

In Italia abbiamo provato con i costi minimi, bocciati dalla Corte Europea, quindi sento sentore che dall’Europa noi siamo poco ascoltati, la Germania… forse più di noi.

Stiamo alla finestra e guardiamo; nel frattempo  il Ministero ci obbliga, per le nuove iscritte, ad avere anche l’internazionale, dove probabilmente non lavoreremo mai viste le condizioni attuali, tanto che   le aziende “nostrane”  di trasporto non riescono a lavorare più nemmeno in Italia.

Dalle ultime notizie giunte, pare che siano state istituite da parte di grandi committenti una sorta Christie’s o Sotheby’s al contrario (famose case d’asta inglesi) per gestire aste al ribasso sui trasporti da effettuare, tutto gestito da computer a casa … così facendo si alimenta l’illegalità, soprattutto quando il committente non rischia nulla, visto che il committente, quasi sempre è straniero, o meglio comunitario, ma non soggetto alle norme restrittive del nostro paese.

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