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Multa pagata per errore con 70 centesimi in meno – arriva Equitalia

Luigi Bertoni è titolare della “C&B Trasporti e Servizi”, ditta di trasporti che ha sede ad Ospedaletto Euganeo. Ha 66 anni e si reputa preciso e puntuale, soprattutto quando è ora di pagare. La beffa che gli è toccata, dunque, ha veramente un sapore amarissimo. Per un errore – manco dovuto alla sua incuria – di 70 centesimi, l’imprenditore si trova ora con una cartella esattoriale di ben 504 euro. Ben 720 volte tanto!
Tutto è nato il 29 aprile 2014 quando un dipendente della ditta di trasporti è stato multato all’altezza di Ostiglia, nel Mantovano. Il camionista è stato fermato dalla Polstrada di Mantova, la quale ha valutato che il conducente non aveva rispettato le dovete soste di riposo. Gli agenti hanno quindi elevato una sanzione da 193,93 euro. E fin qui tutto regolare, ci mancherebbe, chi sbaglia paga. «L’ho effettivamente pagata entro i cinque giorni, esattamente il 2 maggio 2014» ricorda Bertoni, documenti alla mano «Ed è qui che è arrivato l’inghippo. L’ufficio postale ha forse interpretato male la scrittura e mi ha fatto addebitare 193,23 euro, dunque 70 centesimi in meno rispetto al dovuto».
L’ammanco non è passato inosservato, tanto che dopo qualche settimana dal comando di polizia di Mantova in casa Bertoni è stata inviata una missiva che richiedeva il pagamento di quella differenza: «Anche in questo caso ho versato immediatamente la somma, pagando peraltro più di spese postali che di altro, ma se non altro pensavo di aver risolto il problema».
Mera illusione: la settimana scorsa nella sede della “C&B Trasporti e Servizi” è stata recapitata una cartella esattoriale di Equitalia dell’impoato di 504 euro. Cioè 720 volte tanto il valore che veniva richiesto, e che peraltro era già

stato versato attraverso canali sicuri. «Ma vi pare una cosa possibile? Purtroppo se tento di fare ricorso, mi costa di più della cartella e perdere ore e ore ai call center di Equitalia o a far la fila negli sportelli locali è un lusso che non posso permettermi».

fonte il mattino di padova

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