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Decine di infrazioni sono state contestate, per violazione della normativa in materia di trasporto di sostanze pericolose, come l’assenza a bordo delle istruzioni scritte aggiornate da seguire rigorosamente in caso di incidente o in presenza di situazioni emergenti, dagli uomini della Polizia Stradale di Chieti e dai loro colleghi di Lanciano e Vasto, coordinati dal comandante provinciale Fabio Polichetti, nell’ambito dei controlli che attuano le direttive del Ministero dell’Interno su mezzi che trasportano materiali altamente pericolosi, infiammabili, tossici e corrosivi come benzina, gasolio, ammoniaca o altri liquidi o gas fortemente tossici e infiammabili.

Per due autotrasportatori che viaggiavano sull’A14 in direzione nord con carichi di benzina e gasolio, a un controllo approfondito sono emerse evidenti criticità sul mezzo: in particolare una coppia di pneumatici di entrambi i mezzi presentava segni evidenti di usura, crepe e tagli, e battistrada completamenti usurati.

fonte ansa abruzzo

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Subito dopo la devastante esplosione di Bologna  le Autorità ritengono che finora non si sia fatto abbastanza per la sicurezza dei carichi ADR. Fatto sta che negli ultimi giorni i controlli sui veicoli che trasportano merci pericolose sono notevolmente aumentati e divenuti sempre più stringenti.

Un primo caso ieri pomeriggio a Rimini, dove la Polizia Stradale di Novafeltria ha fermato sulla SP 136 un camion cisterna che trasportava gasolio. Dai controlli sul veicolo, partito da Ravenna e diretto appunto alla località della Riviera, gli agenti hanno scoperto che uno dei cinque comparti della cisterna era stato riempito oltre il limite di legge. Male per il conducente che, oltre a una multa tra i 406 e gli 816 euro, ha subito pure il ritiro della patente e della carta di circolazione del mezzo, con la sospensione per due mesi. Identica sanzione pecuniaria per il proprietario del camion e per il committente del trasporto.
Secondo episodio sempre nel Riminese, dove la Stradale della cittadina adriatica ha bloccato al casello di Rimini Nord un camion con una cisterna di bitume, partito da Senigallia e diretto al porto di Ravenna. Qui la contestazione ha riguardato lo stato di usura dei pannelli arancioni che indicano la classe della merce e l’assenza delle strisce rifrangenti.
Come commentare questa recrudescenza di ispezioni e di sanzioni? Siamo sempre dalla parte della legge e della sicurezza. Anche particolari che sembrano trascurabili vanno comunque tenuti monitorati e conservati in pieno stato di efficienza. Ecco, poi magari qualche volta si potrebbe chiedere ai tutori della legge di essere più concilianti, come nel caso di un’azienda di trasporto del Pesarese che proprio ieri si è vista sequestrare un camion perché aveva una delle etichette degli estintori leggermente scolorita…

A nostro giudizio sarebbe importante verificare un altro aspetto, molto interessante, sulla effettiva preparazione degli autisti nel trasporto merci pericolose.

fonte uominietrasporti

Stando alle ultime notizie, sembra che sempre più autisti si recano in Slovenia per sostenere il corso ed esame sul trasporto delle merci pericolose con il rilascio del “patentino CFP-ADR”. sarebbe opportuno in primo luogo verificare l’effettiva preparazione degli autisti, in quanto in 2 giorni tornano in Italia con corso e patentino in mano, anche con tutte le specializzazioni… Mistero!!!!

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Sabato 29 settembre partecipa anche tu ad un’importante giornata di formazione obbligatoria sul cronotachigrafo dedicata a tutte le aziende di autotrasporto ed in particolare ai loro conducenti:

Il corso si terrà a  presso MARCONI FREDDEUROPA – F.NE CHIUSA FERRANDA – FIDENZA (PR) a partire dalle 8.30

PREVENIRE  le infrazioni e le pesanti sanzioni che ne conseguono

IMPORTANTE il corso è organizzato per assolvere all’obbligo formativo previsto dalla normativa europea e nazionale (Reg. CE 561/2006, art. 10 c. 2 – Reg. CE 165/2014, art. 33 c. 1 – Decreto del Ministero dei Trasporti prot. 215 del 12/12/2016).

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    Circolari

    Il prossimo sabato 15 settembre 2018 ad Aprilia, corso di formazione sul buon funzionamento del cronotachigrafo, oltre alle 8 ore di formazione previste dalla norma saremo a disposizione delle aziende partecipanti e non per approfondire alcune tematiche legate sia alla regolamentazione dei tempi di guida e riposo, e le problematiche relative al trasporto ed in modo specifico sui rifiuti.

     

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    Partono dal primo di settembre i controlli della guardia di Finanza presso le aziende e le Pubbliche Amministrazioni, selezionate in base ai criteri fissati dall’Autorità Garante, per la verifica della conformità e il rispetto delle prescrizioni del Regolamento UE 2016/679 (GDPR). Ecco come si svolgono i controlli e le sanzioni.

    Nel secondo semestre 2018 sono ottanta le attività ispettive programmate dall’Ufficio del Garante sulla base del protocollo d’intesa stipulato con la Guardia di Finanza il 10 marzo 2016, che fissa i principi e i criteri alla base dell’attività ispettiva della GdF presso amministrazioni pubbliche e aziende che effettuano il trattamento di dati, o presso le quali occorre effettuare rilevazioni comunque utili al controllo, nei confronti di soggetti non necessariamente individuati sulla base di reclami o segnalazioni già copiosamente fatti pervenire all’Autorità Garante.

    I criteri per svolgere gli accertamenti in aziende e PA

    Con deliberazione del 26 luglio 2018 il Garante ha fissato i criteri sulla base dei quali dovranno essere svolti gli accertamenti. Questi saranno fatti in riferimento a profili di interesse generale per categorie di interessati nell’ambito dei trattamenti di dati effettuati da società che gestiscono banche dati di rilevanti dimensioni; trattamenti di dati personali effettuati presso istituti di credito relativamente alla legittimità della consultazione e del successivo utilizzo di dati da parte di soggetti aventi diritto, anche in riferimento al tracciamento degli accessi e a correlate misure di protezione; trattamenti di dati personali effettuati da società per attività di telemarketing.

    Per quanto riguarda, invece, le Pubbliche Amministrazioni i controlli riguarderanno i soggetti pubblici che trattano dati di privati appartenenti a categorie omogenee sui presupposti di liceità del trattamento e delle condizioni per il consenso qualora il trattamento sia basato su tale presupposto, sul rispetto dell’obbligo di informativa nonché sulla durata della conservazione dei dati.

    L’Autorità Garante poi si è riservata la facoltà di effettuare controlli senza preavviso per le attività istruttorie di carattere ispettivo d’ufficio presso quelle Pubbliche Amministrazioni per le quali sono state fatte segnalazioni, da parte dei Responsabili alla protezione dei dati. Si pensi, a mero titolo di esempio, alle grandi società che trattando dati per le Pubbliche Amministrazioni in qualità di responsabili esterni al trattamento si siano rifiutate di adempiere ad alcune delle prescrizioni del GDPR in tema di protezione dei dati alle quali invece sono tenute nell’ambito del loro ruolo.

    Una sanatoria da 5 milioni di euro

    Sulla base dei nuovi controlli una volta individuati i soggetti inadempienti seguiranno le sanzioni amministrative fissate nel GDPR solo nel massimo edittale, ma se da un lato il garante programma nuovi accertamenti e, quindi, nuovo probabile contenzioso, dall’altro è stata prevista la possibilità della definizione agevolata del contenzioso dei procedimenti dei circa 1.200 fascicoli pendenti da definire pagando una somma pari ai due quinti del minimo edittale. Di fatto una sanatoria per evitare la prescrizione e per portare nelle casse del Garante circa 5 milioni di euro, utili per nuove assunzioni ed incarichi per far fronte ai nuovi compiti attribuiti dal GDPR.

    Le sanzioni penali

    Compiti rispetto ai quali nell’imminenza della pubblicazione delle modifiche al D.lgs. 196/2003, che andranno a completare il quadro della nuova privacy a livello nazionale, le sanzioni amministrative si aggiungono a quelle penali. E’ stato previsto, infatti, che proprio per settembre ci sarà il varo del nuovo testo di legge che inasprisce le sanzioni penali, e così mentre si era pensato ad una sostanziale depenalizzazione la cui interfaccia era rappresentata dal forte inasprimento delle sanzioni amministrative, il decreto di coordinamento recupera le fattispecie del trattamento illecito di dati personali, la comunicazione e la diffusione illecita, l’acquisizione fraudolenta, la falsità di dichiarazioni rese al Garante, l’inosservanza di provvedimenti dell’Autorità, prevedendo pene restrittive della libertà fino a sei anni. Capitolo a parte è poi la responsabilità civile per titolari e i responsabili al trattamento dei dati personali.

    fonte agendadigitale.eu