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Dati alla mano sembrerebbe proprio di sì, ma esattamente come avviene?

Diminuisce il lavoro nero in Italia e cala pure l’evasione fiscale e contributiva, visto che nel primo semestre 2016 gli occupati irregolari sono passati da 2 milioni circa a 1,85 milioni, mentre l’evasione è scesa da 25 miliardi a 22,6. Questo almeno dicono i dati diffusi dalla Fondazione studi dei consulenti del lavoro, partendo dai risultati dell’attività ispettiva del ministero del welfare. Ma l’elemento inquietante viene proprio dalle ispezioni, visto che non soltanto «un’azienda su tre tra quelle ispezionate» ricorre all’uso di personale in nero, ma soprattutto che su in 67.108 realtà controllate sono stati 21.401 gli addetti trovati irregolari. In pratica il 61,23%, 2,34 punti percentuali in più rispetto al primo semestre 2015. E nella maggior parte dei casi le irregolarità sono l’elusione, come il non assoggettamento a Inps e Irpef di una parte della retribuzione, lavoro sommerso per una parte, magari sottoscrivendo contratti part-time che invece si svolgono a tempo pieno.

Ma la sorpresa più grande la si scopre andando a vedere il dettaglio di dove risultano maggiori le irregolarità e in quali settori. Perché tra le regine dell’irregolarità c’è l’Emilia Romagna, dove risultan irregolari il63,29% delle ispezioni , rispetto al 57,2% dell’anno precedente. Le violazioni in generale coinvolgono 3.422 lavoratori e, di questi, 1.573 sono completamente in nero.

A far impennare la percentuale emiliana è soprattutto il dato di Modena. Pensate che in questa provincia l’86,8% delle ispezioni effettuati nel trasporto e nel magazzinaggio finiscono per appurare irregolarità. (fonte uomini e trasporti)

Io credo che ci sia una confusione di dati, oppure ancora una volta si vuole mettere alla gogna il settore dell’autotrasporto?

Bisogna scindere bene le due attività, tra il trasporto ed il magazzinaggio (meglio dire le cooperative di facchinaggio), dove veramente risulta molto elevato il lavoro in nero.

Per quanto riguarda l’evasione Irpef ed Inps (oltre all’Inail), chi fa da padrone spesso sono le cooperative dove i contratti vengono stipulati con i soci lavoratori a condizioni veramente da terzo mondo.

Il giochino più di moda è quello di inserire all’interno della busta paga, la famosa diaria, che come sappiamo esce fuori sia dai conteggi Irpef, che Inps, ma che al netto di busta risulta comunque essere un buono stipendio mensile.

Un esempio fra tutti, una busta paga con un totale netto di 1.000€ spesso è formato per 500€ di lavoro dipendente e per il resto di diaria, e/o altre voci che non compongono il tetto Irpef e Inps, quindi si deduce che l’assunzione non è a tempo pieno, ma bensì part-time (così come ha evidenziato il DTL di Modena).

Il dato più eclatante e più significativo è sicuramente quello relativo alle famose cooperative della SDA, alla quale a tutt’oggi mi pare si stia attendendo una sentenza di condanna, ma pare che venga utilizzato da tutti i corrieri.

 

 

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Siamo vicini alla pubblicazione del decreto da parte del Ministero per la formazione sui tempi di guida e riposo e molto probabilmente come spesso succede, i tempi saranno abbastanza stretti, pertanto riteniamo sia meglio prenotarsi per tempo.

Per evitare che i posti vengano occupati tutti in un tempo abbastanza limitato il nostro consiglio è quello di compilare il modulo che troverete in allegato e di inviarcelo per poter poi calendarizzare in tempi utili i corsi che verranno effettuati presso le nostre sedi provinciali oppure  presso la Vs. azienda.

Unica condizione ancora non definita sono le ore del corso, che stando ad indiscrezioni dovrebbero essere almeno 8.

Download “modulo-iscrizione-corso-tempi-di-guida-e-riposo-165-2014.pdf”

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Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, una delle regole matematiche fondamentali.

Ed è proprio quello che è stato messo a punto dall’Agenzia delle Entrate, mandando in pensione i vecchi studi di settore per attivare  un nuovo sistema di controllo chiamato “indicatore di compliace” che indicherà il grado di “AFFIDABILITA'” del contribuente.

Così riporta il Sole 24ore

“L’indicatore di compliance sarà un dato sintetico che fornirà, su scala da uno a dieci, il grado di affidabilità del contribuente. Se il contribuente raggiunge un grado elevato avrà accesso al sistema premiale che prevede oggi, tra l’altro, un percorso accelerato per i rimborsi fiscali, l’esclusione da alcuni tipi di accertamento e una riduzione del periodo di accertabilità.

Il nuovo indicatore sarà articolato in base all’attività economica svolta in maniera prevalente, con la previsione di specificità per ogni attività o gruppo di attività. Verrà costruito sulla base di una metodologia statistico-economica innovativa che prende in considerazione diversi elementi:

– gli indicatori di normalità economica (finora utilizzati per la stima dei ricavi) diventeranno indicatori per il calcolo del livello di affidabilità;

– invece dei soli ricavi saranno stimati anche il valore aggiunto e il reddito d’impresa;

– il modello di regressione sarà basato su dati panel (8 anni invece di 1) con più informazioni e stime piu’ efficienti;

– il modello di stima coglierà l’andamento ciclico senza la necessità di predisporre ex-post specifici correttivi congiunturali (correttivi crisi);

– una nuova metodologia di individuazione dei modelli organizzativi consentirà la tendenziale riduzione del numero, una maggiore stabilità nel tempo e assegnazione più robusta al cluster.

Al singolo contribuente saranno comunicati, attraverso l’agenzia delle Entrate, il risultato dell’indicatore sintetico e le sue diverse componenti, comprese quelle che appaiono incoerenti. In questo modo – conclude la nota – il contribuente sarà stimolato ad incrementare l’adempimento spontaneo e incentivato a interloquire con l’agenzia delle Entrate per migliorare la sua posizione sul piano dell’affidabilità.”

Mi sembra evidente, così come avevo iniziato questo articolo,  che poco cambia rispetto al precedente sistema di controllo.

Una pura incentivazione ad effettuare delle false operazioni, quindi anche fatturazioni false pur di rientrare nei parametri prima negli “studi di settore” ed in futuro negli “indicatori di affidabilità”.

E’ evidente che per evitare controlli ognuno tenda a mettersi in regola indicando dei ricavi, specialmente in alcuni settori, non veritieri, come abitualmente succede ogni anno, dove il commercialista di turno chiama il contribuente e gli dice che bisogna fatturare di più perchè altrimenti non si rientra nei parametri fissati.

Domanda spontanea:

  1. cosa devo fatturare in più, è forse l’organo di controllo che stabilisce quante fatture devo emettere nell’anno, o meglio che fatturato devo raggiungere?
  2. E’ forse l’organo di controllo che trova i clienti per incrementare il fatturato?
  3. E’ forse l’organo di controllo che stabilisce chi può essere imprenditore o no?
  4. E’ forse l’organo di controllo che rischia il proprio capitale per avere un’attività?
  5. …ecc.

Uno degli esempi classici è il settore degli autotrasporti su strada di cose per conto di terzi, dove è assolutamente impossibile effettuare dei viaggi in nero per tre validi motivi:

  • i controlli su strada sono moltissimi;
  • le aziende che commissionano i viaggi hanno necessità di scaricare i costi del trasporto;
  • il recupero delle accise da una parte, i costi del pedaggio autostradale dall’altro, ambedue soggetti a parziale rimborso da parte dello Stato, pertanto verificabili da parte dell’Agenzia delle Dogane ed incrociando i dati si avranno risultanze certe.

Ancora una volta sono sempre i contribuenti a dover subire le pressioni da parte di uno stato che non vuole effettuare i controlli e preferisce basarsi solo sulla risultanze “falsate” delle voci di bilancio.

 

 

 

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Come già specificato nell’articolo precedente, per evitare la sanzione relativa alla mancata compilazione del modulo delle attività (modulo assenze), come già ribadito, è importante riportare sulla scheda tachigrafica e sui dischi l’attività svolta nelle ore in cui gli stessi non erano inseriti, specificando cosa effettivamente si è fatto in quel tempo che resterebbe “tempo indefinito”.

Precisiamo inoltre che ogni qualvolta il mezzo non è sotto il controllo del conducente la scheda tachigrafica e il relativo disco devono essere tolti.

Un esempio fra tutti è il riposo giornaliero, quando non effettuato a bordo del mezzo così come il riposo settimanale.

Ricordiamo che la scheda tachigrafica ed il disco sono personali dell’autista.

Quando finita l’attività di riposo, o interruzione/pausa al reinserimento della scheda bisogna comunque registrare l’attività svolta, quindi bisognerà, se abbiamo fatto riposo, dire che effettivamente abbiamo fatto riposo.

Se questa procedura viene sbagliata risulterà un tempo indefinito che sulla scheda appare come segue:

? 00:47

questo tempo indicato  non è altro  una pausa/interruzione di 47 minuti.

il campo che vediamo durante la “stampata” segnalata con ? dovrà sempre essere uguale a ? 00:00.

la sanzione che viene  comminata in questo caso sarà pari a 51,00€ per ogni giorno in cui non viene effettuata la registrazione manuale del riposo giornaliero.

Nel caso di attività svolta con il vecchio cronotachigrafo analogico su ogni disco dovrà essere evidenziato il riposo giornaliero effettuando una registrazione manuale.

Per qualunque informazione in merito siamo disponibili con corsi di formazione sul corretto utilizzo del Cronotachigrafo analogico e digitale.

Chiamate i nostri numeri  0736 82693 ed eviterete tantissime sanzioni.

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Come sempre, sul fil di lana, arriva la circolare dell’Agenzia delle Entrate che conferma quanto già annunciato precedentemente sulle spese non documentate.

Così recita la circolare dell’Agenzia delle Entrate:

I trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore oltre il Comune in cui ha sede l’impresa (autotrasporto merci per conto di terzi) è prevista una deduzione forfetaria di spese non documentate (articolo 66, comma 5, primo periodo, del TUIR), per il periodo d’imposta 2015, nella misura di 51,00 euro. La deduzione spetta anche per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore all’interno del Comune in cui ha sede l’impresa, per un importo pari al 35 per cento di quello spettante per i medesimi trasporti oltre il territorio comunale.

Praticamente si potrebbe raccogliere tutto in queste due righe:

Trasporti fuori dal comune 51,00 euro al giorno

Trasporti nell’ambito del comune 17,85 euro.

Download “135.Com_.st_.Agevolazioniautotrasportatori05.07.2016.pdf”

135.Com_.st_.Agevolazioniautotrasportatori05.07.2016.pdf – Scaricato 120 volte – 136,25 KB

News Tempi di guida e riposo

Viste le numerosissime richieste pervenuteci dagli operatori del settore dell’autotrasporto professionale, con questo post cercheremo di spiegare la funzione “OUT OF SCOPE”, in modo semplice, sintetico ma completo…

Le ultime Circolari Ministeriali sull’argomento hanno precisato che l’attività di guida svolta nelle aree private deve essere registrata manualmente su dei dischi per gli apparecchi cronotachigrafo analogico, mentre per gli apparecchi digitali deve essere utilizzata l’opzione “OUT OF SCOPE”. La funzione OUT del tachigrafo digitale non è obbligatoria, ma è facoltativa, ribadito che in area privata non si applicano le disposizioni del regolamento CE 561/2006 sui tempi di guida e pausa. Ciò vuol dire che in queste aree, ad esempio, non vanno conteggiate le ore di guida effettuate.
Di contro, se l’autista svolge l’attività di guida ne deriva che sta svolgendo attività lavorativa.
Giova precisare che:
• L’autista impegnato in attività lavorativa non può essere considerato in riposo dal punto di vista dell’attività cronotachigrafica;
• L’attività lavorativa in area privata va documentata per consentire le verifiche relative al rispetto dell’orario di lavoro (NON, quindi, di guida, riposo, etc. ai sensi del Reg. CE 561/2006).
Quindi:
• Se durante il movimento del mezzo in area privata è a bordo alla guida l’autista, questi deve tenere inserita la sua smartcard e impostare lo stato del cronotachigrafo in OUT;
• Se durante il movimento del mezzo in area privata è a bordo alla guida un’altra persona (un addetto del terminal o del cantiere ad esempio) questi dovrà inserire la propria carta se ne è in possesso, utilizzando il cronotachigrafo sempre in modalità OUT;
• Se durante il movimento del mezzo in area privata è a bordo alla guida un’altra persona non munita di smartcard (in area privata, va ricordato, può guidare anche una persona priva di patente), questi guiderà senza smartcard inserita nel cronotachigrafo ma dovrà ASSOLUTAMENTE avere l’accortezza di impostare lo stato del cronotachigrafo in modalità OUT. Verrà registrata l’anomalia di “Guida Senza Carta”, ma risulterà che è avvenuta in area privata. Si suggerisce di annotare su scontrino l’evento (almeno il luogo e, se possibile, l’ addetto che ha guidato il veicolo).
• L’autista che torna a bordo dopo che il veicolo ha circolato in area privata e in modalità OUT, avendolo affidato a terzi, reinserirà la sua smartcard e memorizzerà il periodo di riposo o disponibilità prima di partire.
Si fa notare che:
• Estraendo la smartcard dal cronotachigrafo mentre è attiva la funzione OUT, quest’ultima si disattiva e il cronotachigrafo torna in modalità standard;
• Inserendo una smartcard nel cronotachigrafo mentre è attiva la funzione OUT, quest’ultima si disattiva e il cronotachigrafo torna in modalità standard;
• Tutti gli inserimenti/estrazioni di smartcard durante la funzione OUT richiedono di reimpostare nuovamente tale funzione  se si rimane in area privata.
Le fonti normative a cui fare riferimento per quanto sopra sono le seguenti:
1. Reg. CE 561/2006 e successivi : tempi di guida, pausa, riposo e loro deroghe e casi particolari
2. Reg. CE 165/2014 e successivi : specifiche tecniche dell’apparato cronotachigrafico
3. Direttiva 2002/15/CE recepita con D.Lgs. 234/2007 e successive: orario di lavoro
4. Circ.Min Interno 300/A/6262/11/111/20/3 del 22/07/2011 e Circ.Min. Trasporti 17598 del 22/07/2011: campo di applicazione Reg.CE 561/2006 in area privata e obbligo del conducente di utilizzare la carta autista.
5. Circ.Min.Lavoro 37/0002140/MA007.A001 del 05/10/2011 : ribadisce quanto precisato dai Min. dell’Interno e dei Trasporti.

Come usarla sui tachigrafi digitali?

La modalità può essere inserita in tutti i tachigrafi digitali VDO passando attraverso l’apposito menu: OK -> Entrata -> Veicolo -> OUT Inizio.
Se la funzione è stata inserita correttamente, nella schermata principale del tachigrafo comparirà la dicitura “OUT”.
Per rimuovere la funzione, accedere al menu: OK -> Entrata -> Veicolo -> OUT Fine.
Facciamo ora qualche esempio:

• Situazione 1: Il conducente entra in un cantiere all’interno del quale consegnerà il mezzo ad un addetto dell’impresa edile. Durante la permanenza in cantiere il conducente riposerà essendo presente un’area adatta.
– L’autista entra in cantiere (area privata) e:
Ferma il mezzo
Possibilmente stampa uno scontrino della sua attività giornaliera per annotarvi sul retro l’inizio dell’attività in area privata (specificando il luogo e/o il nome del cantiere) e precisando che il mezzo viene consegnato ad un addetto del posto (se possibile meglio indicare il nominativo).
Estrae la sua smartcard dal cronotachigrafo
Mette il cronotachigrafo in OUT
Consegna il mezzo all’addetto del posto
– L’autista ha la sua smartcard con se e va ad effettuare il suo riposo nell’area dedicata
– Il mezzo viene utilizzato all’interno dell’area privata (cantiere) e spostato dall’addetto del posto che non ha smartcard, per cui il cronotachigrafo registrerà l’anomalia “Guida senza carta” durante gli spostamenti, ma il tachigrafo rimane sempre in OUT.
– Il mezzo viene riconsegnato all’autista che:
Inserisce la sua smartcard (l’OUT si disattiva automaticamente appena inserita la smartcard)
Memorizza manualmente nella sua smartcard l’attività di riposo che ha effettuato mentre il mezzo circolava all’interno dell’area privata (cantiere). In pratica, dopo l’inserimento della smartcard, dovrà rispondere “SI” alla richiesta “entrata aggiungi” in modo da memorizzare manualmente l’attività di riposo effettuata mentre la sua smartcard non era inserita nel cronotachigrafo.
Esce dall’area privata (verificare sempre l’OUT sia effettivamente disattivato) e riprende il suo viaggio.

• Situazione 2 : il conducente entra in un’area di carico/scarico privata all’interno della quale caricherà delle merci. Dovrà spostare più volte il mezzo quando il responsabile del terminal lo chiamerà a mano a mano che le varie partite di merci sono pronte. Durante l’attesa in piazzale cercherà di consumare almeno uno spezzone di pausa utile (15 minuti o più).
– L’autista entra in piazzale (area privata) e:
Ferma il mezzo
Attiva sul tachigrafo l’OUT, lasciando inserita la sua smartcard.
Spegne il mezzo verificando che il cronotachigrafo sia in stato “Riposo” (lettino) e si mette in attesa della chiamata per il carico.
– Ad ogni spostamento :
La pausa viene automaticamente interrotta. Va ricordato che anche l’accensione per la messa in moto interrompe la pausa (il cronotachigrafo va automaticamente in “Lavoro” identificato dal simbolo dei martelletti) a meno che (a mezzo fermo) non si intervenga manualmente per rimetterlo immediatamente in “Riposo” (lettino).
Dopo ogni spostamento il conducente avrà cura di rimettere il cronotachigrafo in “Riposo” (lettino)
– Terminate le operazioni di carico in piazzale:
L’autista disattiva l’OUT sul cronotachigrafo (da non dimenticare !!!)
Esce dall’area privata e riprende il suo viaggio.

Tutti questi esempi vengono da esperienze nei corsi di formazione sui tempi di guida e riposo, effettuati sull’intero territorio nazionale dai nostri docenti.