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Angeli?
consapevolezza delle missioni che ci sono state assegnate!!!
buon giorno carissimi amici e colleghi, da imprenditore, padre ed umile rappresentante di categoria , in una delle tante giornate tristi della nostra nazione, mi permetto di inviarvi un cordiale saluto ed un abbraccio.
Oggi tutti parlano giustamente di “angeli” che stanno operando per il bene di noi tutti e che mi sento di abbracciare e ringraziare virtualmente con stima ed affetto.
Ebbene, in questo processo di proclamazione delle schiere di angeli, mi sento di dare risalto e spazio, non per classifica, a chi opera con umilta’ e dedizione per far si che si possa permettere di trasportare una speranza e che e’ quella di uscire quanto prima dal tunnel della morte generato dal virus che ho paura anche a chiamarlo per nome.
Tutti abbiamo “finalmente” sentito ringraziare pubblicamente il lavoro e l’importanza degli autotrasportatori che mai come in questi tempi operano in regime di insicurezza per assicurare la speranza di “sopravvivenza”.
ci voleva questo maledetto virus per capire l’importanza del settore?
Noi stiamo continuando a fare il nostro lavoro, quello di sempre!
Il rischio di una “quarantena dei bisonti” e’ decisamente una situazione reale e concreta.
preghiamo per la salute dei nostri collaboratori alla guida perche’ mantengano uno stato di salute sufficiente a poter continuare a trasportare la vita.
Noi siamo gli stessi che abbiamo incrociato sulle strade e forse abbiamo anche maltrattato.
Tutti gli angeli che con commozione ringrazio ed abbraccio virtualmente e che operano in trincea senza contare le ore di servizio e coscienti del rischio di contagio, sono angeli (per fortuna) grazie anche rispetto alla “missione” di noi autotrasportatori.
Noi partiamo, viaggiamo e consegniamo, coscienti del rischio di uscire e con il rischio di non poter tornare ,per molto tempo, a casa ai nostri cari.
Siamo in prima linea come gli altri “angeli” ai quali non facciamo mancare cibo, medicine, attrezzature e presenza con il rischio remoto di contagio perche’ non riusciamo a garantirci le minime dotazioni di sicurezza.
Ogni giorno partiamo con la consapevolezza di rischiare la salute nostra , quella dei nostri familiari e quella delle persone che incontriamo nell’esercizio della nostra “piacevole” missione.
tutti siamo angeli!
Un po’ meno chi si ostina a non rispettare le regole che ci sono state date.
restiamo a casa vi prego!
Non complichiamo il lavoro degli altri; meno tempo stiamo a casa e piu’ lungo e’ il tempo di ripristino di una vita normale.
Questo è il momento del silenzio. avremo tempo per fare le nostre valutazioni e considerazioni, ma ora portiamo rispetto agli angeli (tutti)
Avremo tempo!
Buona salute e buona strada!!!!

roberto galanti

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Approfondimento di Domenico Letizia per i microfoni di Radio Atene. Letizia intervista Luigi Caruso,  Segretario Nazionale organizzativo della P.M.I.A. – Piccole e Medie imprese di Autotrasporto, sulle problematiche attuali dell’autotrasporto, lo stato della logistica in Italia e le proposte della categoria tese all’implementazione dell’autotrasporto nella nostra Penisola e per le prospettive dei mercati esteri. Un occhio particolare alla formazione e alla conoscenza, elementi essenziali per l’autotrasportatore.

Intervista:  

 

Lavoro News

Il ministero dei Trasporti ha stanziato una somma, pari a 9,6 milioni di euro, per erogare contributi alle imprese di autotrasporto che avviano programmi di formazione. Il 9 agosto, la Gazzetta ufficiale ha pubblicato il Decreto che spiega come chiedere tale incentivo. Ogni azienda può ottenere un contributo massimo di 15mila euro se ha meno di dieci dipendenti, di 50mila euro se ha meno di cinquanta dipendenti, di 130mila euro se ha meno di 250 dipendenti e di 200mila euro se ha 250 o più dipendenti. I corsi devono essere dedicati ai titolari, ai soci, agli amministratori e ai dipendenti delle aziende di autotrasporto merci in conto terzi che partecipano a programmi di formazione o di aggiornamento professionale sulla gestione dell’impresa, sulle nuove tecnologie, sulla crescita della competitività e e sulla sicurezza. Anche quest’anno sono esclusi i corsi obbligatori per legge, come per esempio quelli per l’accesso alla professione di autotrasportatore. I corsi finanziabili dovranno svolgersi dal 4 dicembre 2018 al 3 giugno 2019. Entro e non oltre 45 giorni dal termine di ciascun progetto formativo, dovrà essere inviata via telematica specifica rendicontazione dei costi sostenuti secondo il preventivo presentato all’atto della domanda, risultanti da fatture in originale o copia conforme, ovvero da fatture proforma, indicate in apposito elenco, tali fatture dovranno essere accompagnate da idonea documentazione contabile attestante la prova certa del loro pagamento, ovvero da una garanzia fideiussoria «a prima richiesta» che l’impresa stipula a favore dello Stato, per il periodo di un anno. La tutela della salute e della sicurezza nel settore degli autotrasporti è una delle imprese più ardue. L’autotrasportatore non è un lavoratore comune, in quanto svolge tutte le sue attività lontano da una sede fisica, deve perciò autogestirsi nel fronteggiare una serie di rischi legati ai compiti che deve svolgere. I lavoratori del settore, inoltre, tendono spesso a sottovalutare i rischi lavorativi a cui sono esposti, poiché svolgono attività altamente abitudinarie. Per questa ragione è necessario che ricevano una formazione adeguata, che mostri loro i pericoli a cui sono sottoposti e le modalità per evitare incidenti. PMIA Autotrasporto non è stanca di ripetere e ribadire l’importanza della formazione per generare professionisti sempre più competitivi e preparati e per combattere i disagi e le problematiche legate al lavoro usurante della categoria. Un aspetto molto importante che il datore di lavoro deve conoscere e che deve essere incluso nella formazione per gli autotrasportatori riguarda gli orari di lavoro e il loro rispetto. Sostanzialmente, formazione e rispetto della categoria sono le priorità della nostra struttura poiché tale è la priorità che contraddistingue tutti i soggetti legati al mondo dell’autotrasporto.

Analisi di Domenico Letizia, responsabile alla comunicazione di “PMIA Autotrasporto“.

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PMIA, è vicina alle imprese di trasporto con servizi qualificati ed è costantemente impegnata per la crescita dimensionale, imprenditoriale, culturale, etica e competitiva delle imprese italiane di trasporto. L’Associazione, guidata da esperienze pluriennali di settore, rivendica una politica indirizzata  allo sviluppo delle aziende di trasporto aiutandole ad essere sempre più ”impresa”. Ma PMIA non è solo questo. Vogliamo offrire il massimo ai nostri clienti e a breve il nostro portale online diverrà anche una vetrina per i nostri associati interessati a vendere, acquistare, scambiare o conoscere nuovi mezzi, prodotti ed elementi legati all’autotrasporto.  C’è stata, negli ultimi anni, la tendenza a mettersi nel mercato senza ben definire il nostro utente finale, più che altro senza curare, senza fidelizzare tanto da portare il cliente ad essere un po’ nomade e cercare il singolo prodotto dal singolo venditore. Di certo l’offerta sta crescendo in modo smisurato e la domanda sembra essere stabile ma inferiore, per cui risulta fondamentale spostare il baricentro del commercio verso il basso, verso il punto di destinazione del prodotto per far capire a chi compera quanto potrebbe valere la sua partnership. Ecco perché abbiamo decido di allargare il nostro “network”, divenendo anche strumento fisico e digitale per la vendita e il confronto dei nostri iscritti e dei loro mezzi e strumenti.  Scriveteci e segnalateci pure le vostre richieste. Pronti ad aprirci alla rete e alla comunicazione globale per soddisfare le esigente di tutti i nostri soci aderenti. Le aziende di maggiore successo attuano delle politiche e delle procedure del tutto focalizzate sul cliente.

Articolo di Domenico Letizia, Responsabile alla Comunicazione di “PMIA Autotrasporto

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di Domenico Letizia*

Italia, economia e lavoro. Tre parole chiave al centro del forum nazionale svoltosi, venerdì 9 novembre 2018, a Lucca presso il teatro del Giglio. A organizzarlo Conflavoro Pmi, la confederazione delle piccole e medie imprese presieduta da Roberto Capobianco che, per l’occasione, ha invitato nella città toscana l’élite della politica e dell’economia italiana, ma anche del mondo sindacale e giuslavorista. Fra i relatori di Italia Economia & Lavoro 2018, infatti, hanno partecipato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Claudio Durigon e i parlamentari Massimo Mallegni, Riccardo Nencini, Manuel Vescovi e Riccardo Zucconi, senza dimenticare il già ministro del Lavoro Cesare Damiano, il celebre giuslavorista Oronzo Mazzotta, l’imprenditore Lamberto Vallarino Gancia, la vicepresidente della Commissione Lavoro del Senato Annamaria Parente e Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale della confederazione dei sindacati autonomi Confsal. Hanno partecipato ai lavori anche i rappresentanti del Fondo interprofessionale Formazienda, Ilaria Milianti della Fondazione Pera, e il segretario generale di Piccole e Medie Imprese Autotrasporto (Pmia) Roberto Galanti. Presenti anche Filippo Mengucci, commercialista esperto in campo contrattuale e revisione aziendale, Lorenzo Di Pace della commissione Diritto del lavoro dell’Odcec di Roma, Roberto Cunsolo, tesoriere nazionale e delegato in materia di economia e fiscalità del lavoro e il professor Luca Provaroni, docente di Economia aziendale all’Università La Sapienza di Roma. Importanti le riflessioni di Roberto Galanti, Luigi Caruso e Martino Adesso della presidenza e segreteria della PMIA sul mondo dell’autotrasporto su gomma, della logistica e un’analisi sullo stato delle infrastrutture legate al trasporto nel nostro paese.  Ostacoli ben più alti sul cammino che ogni impresa, ogni camionista deve affrontare ogni giorno lavorando per colpa di chi non vuole o non sa intervenire. Come ribadito dai relatori legati al mondo dell’autotrasporto anche solo una piccola criticità aggiunta alle altre oramai perenni può degenerare l’attuale situazione del trasporto su gomma. Quello che il settore chiede è una svolta vera. Prendiamo il caso delle Motorizzazioni: la solita soluzione con proroghe e prenotazioni previste anche a distanza di diversi mesi, non può più essere accettabile, per la semplice ragione che all’estero un automezzo italiano fermato per i controlli, se risulta senza revisione viene sequestrato e vengono applicate sanzioni amministrative di spessore. Vi sono le ragioni d’urgenza per estendere ai costruttori e alle officine specializzate la possibilità di effettuare tali operazioni per dare aiuto alle Motorizzazioni, per non tenere i tir fermi. Tra i macro-argomenti anche la formazione quale strumento di accrescimento e diffusione delle competenze del lavoratore, la Gig Economy, la flessibilità del mercato del lavoro ivi compresa la sicurezza per lavorare e vivere meglio. Altro tema centrale ribadito è quello della lotta alla concorrenza a ribasso, la formazione completa dei camionisti e la mancanza di informazione sulle problematiche dell’autotrasporto e sulle opportunità, per il sistema nazione e per le imprese del nostro paese, provenienti dal mondo dell’autotrasporto. Altro elemento sottolineato la necessità della rete per l’imprenditore interessato ad esportare all’estero la propria eccellenza, un intervento che dovrebbe riformare anche l’attuale sistema gestionale delle ambasciate italiane all’estero.

*Analista e Responsabile alla Comunicazione di “PMIA Autotrasporto”

 

 

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Si è svolta a San Benedetto del Tronto l’Assemblea nazionale di “Pmia Autotrasporti”.

I principali temi affrontati, oltre le conferme e le nuove cariche istituzionali della struttura sindacale, sono stati incentrati sulla verifica sulla presenza e la funzionalità della “Direttiva PMIS” in campo nazionale.

Tra le tematiche sviscerate vari aspetti generali legati alla vita quotidiana dell’autotrasportatore e della sua famiglia e la necessità di guardare la figura dell’autotrasportatore come un protagonista del nostro sistema economico nazionale, una figura che necessita di una buona logistica infrastrutturale nazionale e attore nel chiedere maggiore sicurezza sulle nostre strade.

Per comprendere i vari fenomeni del mondo dell’autotrasporto intervistiamo Martino Adesso, il neo presidente nazionale di “Pmia Autotrasporti”

di Domenico Letizia*

– “Pmia Autotrasporto” decide di rinnovarsi. Quali sono e quale saranno le priorità di Pmia per il nuovo anno?

Più che rinnovarsi, la PMIA ha deciso di “partire” operativamente con un nuovo assetto mediante l’elezione della mia figura come nuovo Presidente nazionale e con una segreteria nazionale efficiente (Luigi Caruso consolidato Segretario nazionale organizzativo e Roberto Galanti, eletto durante i lavori, come Segretario Generale per la parte politica. L’incontro è servito a verificare chi, nel territorio nazionale, condivide il progetto della struttura PMIA. La presenza di molti amici e colleghi che ci hanno raggiunto da ogni parte d’Italia, in rappresentanza del territorio (oltre 25 le provincie rappresentate), testimonia che c’è voglia di innovazione e partecipazione nel mondo della rappresentanza. PMIA andrà avanti con il suo lavoro ed accetterà collaborazioni solo con chi è in sintonia con i programmi stabiliti. Le priorità discusse sono le tematiche legate ad una capillare presenza sul territorio, un’eccellenza dei servizi, una presenza costante presso le istituzioni e ovunque si possano presentare le nostre istanze. Una proposta condivisa, sulla quale si lavorerà nell’immediato, è stata quella di creare degli eventi-assemblee in vari ambiti geografici (Nord. Centro, Sud e Sardegna).

– Autotrasporti e sicurezza stradale sono alcuni dei punti sviscerati durante i lavori. Possiamo approfondire?

Mi permetta di dire che l’autotrasporto e la sicurezza stradale ad oggi non sono elementi compatibili. Stiamo provando a reagire proprio con l’azione di PMIA perché siamo stanchi delle promesse non mantenute da parte di alcune istituzioni e sigle sindacali. Anche gli ultimi fatti di Genova ci fanno riflettere. Ricordo il camion verde sul ponte di Genova, sull’orlo del precipizio mentre accadeva il tragico evento. Spero che qualcuno inizi davvero a dare risposte concrete in tema di sicurezza e logistica.

– Quali sono le problematiche più evidenti sollevate dai soci durante l’incontro di San Benedetto del Tronto?

Unanime è stata la critica da parte dei presenti (la novità è che sono i trasportatori a rappresentare nelle varie provincie la categoria in PMIA) alle altre associazioni che, come affermato dai convenuti, hanno perso il senso della vicinanza agli autotrasportatori se non per “la vendita di prodotti e servizi”. Si è discusso sugli orari di lavoro massacranti, sulle tempistiche esasperanti legate al carico e scarico delle merci, i prezzi dei servizi al di sotto della soglia di sopravvivenza, la necessità di avere dei costi di riferimento in linea con i paesi UE, il ripristino dei costi minimi per la sicurezza, l’importanza dei tempi di pagamento (non è concepibile che a fronte di un prezzo irrisorio, l’autotrasportatore funga da banca e deposito per le committenze), il potenziamento tecnico delle Motorizzazioni, maggiori controlli sulle strade e presso le aziende non regolari, l’abbassamento delle imposte per l’approvvigionamento del gasolio “professionale”, infrastrutturale stradali, aree di sosta e servizi per chi viaggia su strada e armonizzare i costi per gli autisti al fine di evitare lo sfruttamento lavorativo.

– Comunicazione e Trasporto. Si sta tentando di dare una nuova linfa comunicativa alla categoria degli autotrasporti e una nuova immagine di Pmia. Che novità vi sono?

Per la comunicazione e l’informazione la PMIA ha lanciato una nuova visione. Una ristrutturazione del sito ed un potenziamento delle pagine social, affidando il compito ad un esperto di comunicazione e pubblicista con collegamenti in internazionali.

– Come nuovo presidente nazionale, che sensazione può descrivere dopo le elezioni e che azioni immediate intende eseguire?

Sono onorato ed emozionato di assumere la presidenza della nostra sigla sindacale. Sono soddisfatto del lavoro svolto dai miei predecessori e voglio continuare con innovazione e impegno a far conoscere PMIA e le tematiche che tratta su tutto il territorio nazionale. Tra le priorità essenziale sarà affrontare il problema della sicurezza sulle nostre strade e combattere la pressione fiscale che tartassa la nostra categoria. Senza tralasciare la problematica della concorrenza sleale a ribasso. Abbiamo voglia di farci ascoltare, di ascoltare e di comprendere. Questa sarà la nostra azione.

*Analista geopolitico e Responsabile alla Comunicazione di “PMIA Autrotrasporto”

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Un’inchiesta giudiziaria si abbatte sulla sottosezione della Polizia Stradale di Bagno di Romagna, che è competente per la sorveglianza dell’E45 da Casemurate fino a Pieve Santo Stefano, in Toscana. Il tutto è partito da un’attività ispettiva interna da parte del compartimento regionale di Bologna, che presto è finita sui tavoli della Procura della Repubblica di Forlì, per condotte anomale in particolare di due poliziotti lì in servizio, di cui uno era il comandante dell’epoca.

Le indagini della Procura, coordinate dal pm Lucia Spirito, si sono focalizzate sul vertice del reparto e su un sottufficiale che avrebbero percepito consistenti somme di denaro e altri benefici da alcune società che operano nel mondo dell’autotrasporto. Parte del denaro è stato utilizzato per l’acquisto di “strenne natalizie” di cui ha beneficiato tutto il personale del reparto, mentre la parte rimanente è andata in un “fondo cassa” custodito dal sottufficiale stesso, della bella cifra di 27.800 euro, accumulato nei corso delle “donazioni” avvenute dal 2012 al 2015.

Le indagini della Procura, che si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché diverse testimonianze di imprenditori, hanno evidenziato un quadro consistente in cui almeno 16 ditte di autotrasporto della provincia di Forlì-Cesena, Umbria, Lazio e Veneto, “sovvenzionavano” con ogni tipo di bene la polizia stradale di Bagno di Romagna, in cambio – ipotizza l’accusa – di trattamenti di favore sui controlli operati nel loro tratto di competenza dell’E45. Oltre al denaro, anche cene di pesce a cui partecipavano numerosi poliziotti in servizio a Bagno di Romagna, generi alimentari (solo il natale dello scorso anno da parte di una sola ditta ben 32 prosciutti di Parma), buoni carburante, pacchi doni, ma anche sponsorizzazioni ad una squadra di calcio locale, di cui il comandante era presidente, finanche al pieno di carburante per le auto private dei poliziotti. La Procura nelle accuse ha ricostruito anche degli episodi di “straordinari gonfiati”.

Secondo le accuse, questo rapporto con la Stradale di Bagno faceva sì, per le ditte di autotrasporto, che in caso si controlli la pattuglia chiudesse un occhio, se non due. Le ditte che si trovavano in questo stato di grazia erano inserite in una lista che veniva fornita agli agenti. Emerge, inoltre, come queste generose “strenne natalizie” erano una consuetudine che si era sedimentata negli ultimi 15 anni (e solo recentemente, esplicitamente vietate per legge), tanto che l’argomento era di dominio pubblico in caserma e oggetto di discussione anche in riunioni sindacali in cui, va detto, alcuni singoli poliziotti contestavano apertamente la prassi e la ritenevano contraria alla legge. Altri agenti più coraggiosi, invece, si contrapponevano al sistema e non accettavano di applicare la “lista” delle aziende amiche, finendo, sempre secondo le accuse, vessati dai vertici.

 Tutti gli episodi sono stati quindi sintetizzati, a vario titolo, nel reato di induzione indebita a dare utilità e truffa ai danni dello stato. Il Gip del tribunale di Forlì Camillo Poillucci, su richiesta della Procura di Forlì, ha emesso come misura cautelare la sospensione dal servizio per 10 mesi per il sottufficiale finito nel mirino dell’inchiesta, mentre per l’ex comandante al momento non sono state emesse misure cautelari in quanto nel frattempo, mentre si concludevano le indagini, è andato in pensione.

fonte cesenatoday

 

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Discariche totalmente abusive, prodotti pericolosi, tra cui salme provenienti dai cimiteri, interrati senza alcun rispetto della normativa vigente, camion carichi di rifiuti intestati ad una ditta calabrese smaltiti in maniera illecita in Veneto: è quanto ha scoperto la Polizia stradale di Verona con un’indagine che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 19 persone, tutti imprenditori residenti nelle province di Milano e Verona, al sequestro di diverse aziende e di circa 35mila tonnellate di rifiuti.

L’indagine è partita un paio di mesi fa quando gli uomini della Stradale hanno iniziato una serie di controlli sui mezzi pesanti adibiti al trasporto di rifiuti speciali, analizzando i flussi e la documentazione riguardante la movimentazione dei rifiuti in provincia di Verona. Le verifiche hanno consentito di scoprire un giro d’affari che andava ben oltre la provincia, coinvolgendo diversi imprenditori. La Stradale ha inoltre individuato decine di aree utilizzate come discariche abusive, dove veniva sversato ogni tipo di rifiuto, comprese centinaia di metri cubi di materiali pericolosi contenenti amianto.

Al termine di questa prima fase dell’indagine sono state denunciate 19 persone e sequestrate (parzialmente o totalmente) otto aziende, due capannoni adibiti a deposito illecito di rifiuti pericolosi, quattro depositi non autorizzati, 35mila tonnellate e cinque autocarri. Sono inoltre state disposte sanzioni amministrative per circa 300mila euro. A far scattare i sospetti sono stati i controlli su una ditta di autotrasporti con sede in provincia di Crotone ma operante in Veneto. La Polizia Stradale ha seguito uno dei camion carico di rifiuti e ha scoperto che i prodotti venivano sversati in maniera totalmente abusiva in provincia di Verona. Ma non solo: nell’ambito di ulteriori controlli, i poliziotti sono riusciti a individuare un’area di circa 4mila metri quadrati nel comune di Ronco all’Adige in cui anche i rifiuti provenienti dalle attività di esumazione delle salme nei cimiteri venivano gestiti in modo illecito.

«Gli indagati sono tutti residenti nelle province di Verona e Milano – dice il direttore della Polizia stradale di Verona Girolamo Lacquaniti – e ciò dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che l’illecito guadagno dato dalla gestione illecita dei rifiuti non fa gola solo alla criminalità organizzata del sud ma anche ad imprenditori che agiscono senza alcuna remora per i gravissimi danni ambientali ed i conseguenti rischi per la salute della popolazione». Le indagini, prosegue Lacquaniti, non sono ancora concluse: «Andremo avanti con le verifiche e i controlli anche in altre zone della provincia di Verona visto che gli elementi finora raccolti ci fanno presumere una diffusione particolarmente ampia di questo fenomeno criminale». Gli accertamenti sulla pericolosità dei rifiuti sono stati svolti in collaborazione con personale dell’Arpav di Verona, che sta verificando i danni da inquinamento soprattutto relativamente all’illecito smaltimento di materiali contaminati da amianto e sostanze pericolose.

«Al momento non abbiamo un riscontro oggettivo di un legame con la criminalità organizzata di tipo mafioso, in questo caso come la `ndrangheta». Lo ha detto il comandante della Polizia stradale di Verona, Girolamo Lacquaniti, che ha illustrato l’operazione che ha portato al sequestro di 8 aziende e alla denuncia di 19 persone, accusate a vario titolo di trasporto e smaltimento illecito di rifiuti. Nell’indagine, infatti, è coinvolta una ditta di autotrasporti di inerti e rifiuti di vario genere con sede legale a Melissa (Crotone), ma operante in provincia di Verona, sanzionata con 250mila euro; i titolari calabresi della stessa azienda risultano coinvolti in un’altra indagine della Squadra mobile scaligera per lo smaltimento di rifiuti pericolosi a Ronco all’Adige (Verona) avviata a ottobre del 2014 e che aveva portato all’inquinamento della falda e al sequestro, lo scorso luglio, di un’oasi naturalistica lo scorso. «Il rischio mafioso – ha spiegato Lacquaniti – è un rischio con le quali tutte le aree geografiche devono tener conto, in questo momento non possiamo escludere nulla, la polizia vigila affinché il territorio ed i suoi residenti siamo tutelati, ma credo che sia impossibile escludere il rischio di infiltrazioni per qualsiasi provincia italiana». Proprio a Ronco all’Adige, in questa indagine la Polstrada ha sequestrato un’area di 4 mila mq nella quale erano depositati mille mc di rifiuti pericolosi, ma anche resti umani, derivanti dalle operazioni di esumazione ed estumulazione delle salme in cimiteri che non sono ancora stati individuati. Questa azienda non aveva nessuna autorizzazione.

Gli altri sequestri hanno interessato aree e depositi nei comuni di Arcole, Castelnuovo del Garda, Sommacampagna, Villafranca di Verona, Povegliano Veronese, Sona e Vigasio; in quest’ultimo sito erano depositate decine di bancali di Eternit in pessimo stato di conservazione. Tra i rifiuti scoperti dai poliziotti c’erano scarti di metalli e altri materiali pericolosi per l’ambiente. «La nostra attività d’indagine – ha sottolineato Laquaniti – si è sviluppata con l’Arpav di Verona che è l’ agenzia deputata a stabilire quali sono gli indici di inquinamento e quali sono i rischi che eventualmente corre la popolazione». «Non credo – ha concluso – che sia corretto generare allarmismo prima che arrivino i dati dell’Arpav, certo questi comportamenti sono in spregio al rispetto dell’ambiente».

fonte corriereveneto