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La Polizia Stradale di Crema ha fermato un mezzo pesante e da un approfondito controllo è emerso che erano stati rimossi i sigilli sul cronotachigrafo.

Il conducente un 52enne, dipendente di un’azienda cremasca, colto in flagrante, è stato dapprima multato con una sanzione di 1800€, poi è stato denunciato per rimozione e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro e “dulcis in fundo” il ritiro della patante.

L’azienda in quanto corresponsabile è stata multata per 850€ per aver omesso di fare i controlli dovuti sui mezzi.

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La polizia di uno Stato europeo può sanzionare la violazione dei tempi di guida e di riposo commessa da un autista in un altro Stato comunitario?

Secondo la Corte di Giustizia dell’Ue non c’è alcun dubbio: sicuramente sì. E lo ha ribadito a chiare lettere nella sentenza dello
scorso 26 settembre 2018 causa C-513/17 in cui ha confermato un orientamento già espresso in un precedente giudizio.

Il caso

Nel corso di un controllo stradale effettuato in Germania il 19 novembre 2015, le autorità competenti hanno constatato due infrazioni al regolamento n. 561/2006 su uno dei veicoli appartenenti alla società.

La società ha respinto i due verbali emessi in quanto sosteneva che le infrazioni erano state commesse in altro Stato dell’Unione pertanto non era possibile emettere nessun verbale di contestazione e che dette violazione dovevano essere trasmesse dagli organi di polizia del paese (Germania in questo caso)agli organi di controllo del paese dova l’azienda ha lo stabilimento (Austria).

La Corte di Giustizia Europea  ha però affermato ancora una volta l’infondatezza dell’interpretazione dell’azienda, in quanto non trova coerenza con l’armonizzazione prevista dalla stessa Unione Europea in ambito di trasporto stradale vedi reg. 561/2006 e l’attuale reg. 165/2014, che aggiorna e armonizza ancora di più la normativa di settore.

Per questi motivi:

L’articolo 19, paragrafo 2, primo comma, del regolamento (CE) n. 561/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2006, relativo all’armonizzazione di alcune disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada e che modifica i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 3821/85 e (CE) n. 2135/98 e abroga il regolamento (CEE) n. 3820/85 del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che esso autorizza direttamente le autorità competenti di uno Stato membro a infliggere una sanzione a un’impresa o a un suo dirigente per un’infrazione a tale regolamento, constatata sul suo territorio e non ancora sanzionata, anche se tale infrazione è stata commessa sul territorio di un altro Stato membro nel quale tale impresa ha sede.

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Il Decreto Legislativo n. 245 del 23.12.2010, in attuazione delle Direttive 2009/4/CE e 2009/5/CE, ha specificato un sistema di classificazione del rischio che sarà applicato alle imprese di autotrasporto, sia di viaggiatori che di merci, in conto proprio o per conto di terzi, sulla base della frequenza e della gravità delle infrazioni commesse in violazione del Reg. CE 561/06 e al Reg. UE 165/2014.

nella circolare allegata tutte le informazioni

 

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A seguito dell’emanazione della circolare del 16 febbraio 2017 (in allegato), è stato ulteriormente chiarito come organizzare e svolgere i corsi di formazione sul funzionamento e corretto utilizzo dei cronotachigrafi.
La circolare, inoltre, indica che:
  • le imprese di trasporto sono responsabili per le infrazioni commesse dai rispettivi conducenti, ma gli stati membri possono subordinare tale responsabilità all’infrazione degli obblighi imposti alle stesse imprese (formazione, informazione, monitoraggio e pianificazione).
  • l’assolvimento degli oneri di istruzione e di controllo da parte dell’impresa, costituiscono un elemento di importante valutazione per le autorità ai fini dell’applicazione dell’art. 174 c. 14 del Codice della Strada.
PMIA in accordo con Artigianato Piceno, Ente di Formazione con propri docenti certificato dal Ministero dei Trasporti come ente abilitato ad erogare la necessaria formazione sul cronotachigrafo, sul corretto utilizzo e sulla normativa sui tempi di guida e riposo. PMIA provvede per conto delle proprie aziende clienti a produrre sia l’analisi periodica che il mansionario obbligatori e prescritti dalla normativa in tema di informazione dei conducenti professionali.
Proprio per supportare le aziende negli adempimenti normativi e nell’ottimizzazione e pianificazione dei viaggi, organizza numerose sessioni di formazione sia presso le proprie sedi sia presso le sedi delle aziende, mettendo a disposizione tutta la propria esperienza, giurisprudenza raccolta negli anni e valutando per le aziende eventuali possibilità di finanziamento della formazione.
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Guai grossi per un camionista veneto residente ad Asti che è stato colto in flagrante dagli agenti della Polstrada di Crema, la scorsa notte mentre con il suo autoarticolato transitava in zona e si stava dirigendo verso casa. Il cronotachigrafo del suo mezzo è risultato manomesso e per questo motivo sono partiti una serie di accertamentiche hanno portato a una multa da circa 3mila euro, la perdita di 20 punti patente, il ritiro della patente e la denuncia per frode, con tanto di processo penale e camion fermato. Mancano pochi minuti alla mezzanotte quando una pattuglia della Polstrada di Crema che è nei pressi di Pandino vede arrivare un autoarticolato che viaggia spedito, privo del carico.

Gli agenti fermano lo fermano per un controllo. L’autista, un veneto di 62 anni, mostra i documenti e pensa di poter riprendere presto il viaggio, ma un agente controlla l’interno dell’abitacolo e quando arriva a verificare il cronotachigrafo, si accorge che c’è qualcosa che non va. Il controllo si fa più accurato e uno dei poliziotti scopre che lo strumento risulta alterato. A quel punto gli agenti multano il conducente per 1.696 euro e lo denunciano per frode e poi continuano gli accertamenti che portano la pattuglia a scoprire che anche nei giorni precedenti l’uomo non aveva ottemperato ai riposi previsti dalla legge e aveva effettuato alla guida molte più ore del consentito. Scattano altre multe che portano il totale a oltre 3mila euro. Inoltre, vengono applicate altre sanzioni che prevedono il ritiro di 20 punti patente e l’immediata sospensione del permesso di guida. Infine, il mezzo viene posto sotto sequestro per poter effettuare altre verifiche. Al termine degli accertamenti, ormai è quasi l’alba, l’autista viene lasciato libero di far rientro alla sua abitazione, ma solo dopo aver chiamato qualcuno per farsi venire a prendere, visto che non ha più né mezzo di trasporto né patente.

fonte ilgiorno.it

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I titolari dell’azienda avevano messo a punto un macchinoso sistema capace di eludere diversi controlli. I tre sono stati denunciati per i reati di falso, violenza privata, illecita concorrenza e violazione delle normative sulla sicurezza nel lavoro.

Viaggi e spedizioni di lunga percorrenza in Italia tutte nel giro di un’unica giornata, così da contenere i costi dell’attività ma costringendo gli autisti a turni di guida massacranti. E’ finita nei guai un’importante ditta di autotrasporti con sede nella Piana lucchese, finita nel mirino della squadra di polizia giudiziaria di Lucca, coadiuvata dall’ufficio provinciale del lavoro e coordinata dalla procura della Repubblica. Quindici ore alla guida per i trasportatori, con un evidente pericolo di sicurezza per gli stessi autisti e per la circolazione stradale. Non solo: con questo meccanismo l’azienda si è resa responsabile della creazione di un sistema di illecita concorrenza rispetto a quelle ditte di autotrasporto che rispettano le regole con costi di esercizio superiori.

L’attività di autotrasporto era di fatto gestita da due lucchesi I.D.D., di 66 anni e K.D., di 39 anni, insieme a M.M., 37 anni che risultava però dalla documentazione cartacea della ditta l’unico amministratore. Il meccanismo architettato dai due consisteva in estrema sintesi nel fornire quotidianamente, agli autisti impegnati in lunghi viaggi, un documento denominato “Modulo di controllo assenze del conducente” che attestava falsamente che il conducente era in ferie, in malattia o comunque non impegnato alla guida nei 28 giorni precedenti il viaggio in questione, al fine così di precludere qualsiasi tipo di controllo documentale su strada da parte della polizia che, a quel punto non potevano chiedere all’autista alcuna documentazione relativa ai viaggi precedentemente effettuati dallo stesso.

Per evitare inoltre che il meccanismo venisse alla luce in occasione di eventuali controlli da parte dell’Ufficio Provinciale del Lavoro o della Polizia Stradale, periodicamente veniva denunciato il furto dei dischi cronotachigrafi inseriti sui veicoli, dai quali poteva essere ricostruita l’effettiva attività d’impiego degli autisti. Non se la passavano meglio i dipendenti impiegati presso la sede della ditta che dovevano lavorare “sotto l’occhio vigile” delle numerose telecamere installate in tutti i locali e controllabili anche in modalità remota dal I.D.D.; il primo addirittura controllava i dipendenti utilizzando il proprio tablet anche mentre si trovavano lontano dall’azienda. I tre sono stati denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucca per vari reati tra cui falso, violenza privata, illecita concorrenza e la violazione delle normative sulla sicurezza nel lavoro mentre dall’attività di indagine si accertava anche la responsabilità di tre autisti della suddetta ditta che consapevolmente, in occasioni di controlli su strada da parte degli organi di Polizia, esibivano la falsa documentazione fornitagli dalla ditta.

fonte la nazione.it