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Il giochino era criminalmente geniale: svuotavano società in stato di
insolvenza, ne spostavano i beni in altre aziende create appositamente e
intestate a prestanome e quindi trasferivano tutto in Bulgaria, magari
avendo premura di cambiare ragione sociale. A quel punto la società
decotta arrivava al fallimento, ma in questo modo si evitavano tutte le
conseguenze previste dalla normativa fallimentare italiana e
soprattutto si riusciva a dribblare il pesante reato di bancarotta
fraudolenta, che può comportare pene detentive fino a 10 anni. Esattamente
il reato che adesso, insieme al riciclaggio e al trasferimento fraudolento
di valori all’estero, la procura di Piacenza contesta a un gruppo di persone –
8 arrestate e 14 denunciate – che avevano costituito un’autentica
associazione a delinquere. Le Direzioni Investigativa Antimafia di Genova,
Milano, Torino e Firenze hanno posto sotto sequestro società e beni
aziendali (dislocati tra La Spezia, Massa Carrara, Milano, Piacenza,
Prato, Lodi e Siena) per un valore di oltre 150 milioni di euro, tutti
riconducibili secondo l’accusa al gruppo piacentino, attivo nella
vendita e nell’assistenza di veicoli industriali con diramazioni nel ramo
immobiliare e nella costruzione di cisterne in acciaio.
In manette sono finiti tra gli altri il fondatore della società, , suo
figlio, un avvocato di La Spezia e alcuni commercialisti accusati
di aver gestito il trasferimento delle società in Bulgaria. I due curatori fallimentari sono stati interdetti dalla professione.
In realtà, a consentire agli inquirenti di scoprire le attività criminali sono state
altre inchieste che stava svolgendo la Procura della Repubblica di La Spezia,
interessata soprattutto a colpire le diramazioni della criminalità calabrese in
Liguria e in Emilia. Di fatto, però, ascoltando le intercettazioni, gli uomini
della DIA si sono accorti che quanto emergeva era un reato
completamente diverso e per questo hanno “passato le carte” alla procura
di Piacenza coordinata dal pm Roberto Fontana che ha firmato la lunga
ordinanza che ha portato agli arresti e ai sequestri.

fonte uominietrasporti